Nicolina Dragonetto

piccola biografia di

Hubert Revelant

 

Hubert Revelant nasce a Rouen (Francia) il 29 agosto 1938.
Durante la guerra rientra in Friuli con la madre rimasta vedova.
Dopo aver frequentato la scuola professionale inizia a dipingere, ma deve abbandonare ben presto la pittura e dedicarsi al mestiere di decoratore per guadagnarsi da vivere.
Dopo aver trascorso gran parte della propria vita a svolgere la professione di decoratore, distinguendosi per capacità e talento, dagli anni ’80, dopo il terremoto, riceve numerosi incarichi per restauri e decorazioni, riportando a nuova vita palazzi e case private, contribuendo così al salvataggio del patrimonio artistico-edilizio della nostra Regione, gravemente compromesso dall’evento sismico del 1976.
Di rilievo gli interventi effettuati a Udine nella “Casa della Contadinanza” sul piazzale del Castello, ove si è distinto eseguendo con tecniche antiche i decori della facciata.
All’inizio degli anni ’90 riprende a dipingere, dapprima come autodidatta e frequentando in seguito i corsi di paesaggio “en plein air” e di natura morta tenuti dal maestro Roberto Dolso presso la Libera Accademia Città di Cividale.
Alla fine del decennio comincia ad esporre in molte mostre personali e collettive.
Nel 2002 è uno dei fondatori dell’Associazione arT100 – Progetti d’arte, nella quale si distingue per capacità e disponibilità nella realizzazione di tutti i progetti espositivi dell’Associazione.
Sue opere sono presenti in molte collezioni provate in Italia ed all’estero.
Si è spento a Tarcento il 22 gennaio 2007

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di lui hanno scritto:

HUBERT REVELANT "MAESTRO DELLE ARTI"

Non usava nemmeno il cognome nella firma delle opere: non per la presunzione di essere unico o riconoscibile, ma perchè “lui o un altro è lo stesso”; infatti lui era la Comunità che vive. E le varie comunità da lui frequentate lo sapevano. Qualunque cosa occorresse era normale rivolgersi a Hubert che sapeva tutto e faceva tutto.
Anche Papa Giovanni XXIII lo sapeva quando una notte di vacanza in Carnia chiese a lui di accompagnarlo a passeggiare tra gli alberi. Fu una lunga notte senza parole, fino al congedo, quando il Papa Buono lo ringraziò per la bella compagnia e anche per i suoi silenzi e gli disse “di fare sempre quello che gli suggeriva il cuore perchè non si sarebbe sbagliato...”.
Questo era l’uomo che è stato anche Artista le cui opere pittoriche saranno esposte dal 20 gennaio a Palazzo Frangipane di Tarcento.
Hubert rappresenta l’humus del Friuli e dell’artista friulano le cui caratteristiche si differenziano da quelle del resto del territorio nazionale. In Italia dal Rinascimento in poi ci siamo progressivamente allontanati dalla figura del Maestro delle Arti al quale veniva commissionato di tutto: dal ritratto alle fortificazioni militari, dalle tombe di famiglia alle scenografie per le feste di corte. Noi dobbiamo a “quegli Artisti” la fama mondiale di questa piccola Penisola.
Negli anni, con pervicacia, si è cercata la divisione più netta tra Arte e artigianato. Ma in Friuli queste definizioni si sfrangiano e si intrecciano, anche ad alto livello professionale, con l’orgoglio delle proprie radici storiche del “doversi arrangiare”; con la gioia di usare della mente e della mano con uguale abilità.
Hubert è stato uno di questi Maestri “speciali” che ha fatto di tutto; che ha sminuzzato il proprio talento in tutto il territorio migliorando la qualità della vita di tutti noi. Dal piccolo oggetto, all’installazione di elementi strutturali per la casa, all’architettura geniale di interni, ai restauri pittorici più raffinati (vedi Casa della Contadinanza presso il Castello di Udine).
Sapeva fare “bene” qualunque cosa pratica e, tutti qyelli che l’hanno incontrato sulla propria strada risentono della sua assenza con la stessa “normalità” con cui prima usavano della sua presenza. Infatti lui stesso, al di sopra di ogni recriminazione scherzava chiamandosi “imbianchino”.
L’umiltà che lo distingueva non era la posizione di chi si sottovaluta, ma la presa di coscienza del vero valore delle cose....lui era disponibile ad imbiancare una sala per esposizioni quanto a portare pane e salame in una delle uscite “en plein air” con gli amici e il suo maestro Roberto Dolso quando si passavano le belle giornate a dipingere, conversare d’arte e anche bere e scherzare.
Queste preziose giornate sono memorabilmente impresse nelle sue opere dirompenti di emozioni e di gioia cromatica. Dalle atmosfere del risveglio primaverile alla forza della natura nella sua piena realizzazione estiva, dallo afogo di tutta la tavolozza autunnale fino al rigore chiaroscurale dell’inverno ci vengono regalate a piene mani da questo “Amico”.
E a proposito di Amicizia, valore questo sempre più raro nella globalizzazione che incalza; la cara-grande Dora Bassi, con la sua grande sensibilità di donna-artista si era offerta di realizzare la presentazione critica alla mostra di Hubert – apprezzava molto la sua sensibilità – ma anche lei l’ha seguito tra “quelli che ci precedono” ed ora ci fa piacere pensare che stiano dibattendo qualche aspetto dei nuovi orizzonti trovati.
Dopo una visita a Venezia alla mostra di Turner decide di esplorare i sentimenti interiori – diceva di aver esaurito la “sua scoperta del paesaggio così com’era” e di voler cercare nuove emozioni rivolte più alle atmosfere che queste potevano suggerire. Un colore applicato con colpi di pennello rapidissimi, è il punto di arrivo di una tradizione paesaggistica atmosferica in cui hanno grande importanza le incidenza luministiche del sole, della giornata, delle nuvole dei vapori; che risale, ancor prima di Turner, a Claude-Gallée detto il Lorenese (Claude Lorrain) grande pittore francese vissuto anche in Italia e già apprezzato nel XVII secolo da collezionisti ed esperti delle arti (non scordiamoci che Hubert è nato in Francia).
Inizia così la sua pittura dell’”incantamento” e dell’amore per la sua terra friulana mutevole e sempre sorprendente: luci irreali delle scogliere, verdi inusitati della campagna, il perdersi dei monti in cieli magici. E vediamo quindi panettoni metafisici uscire dalle acqua-cieli brumosi come apparizioni; e vediamo fuochi anzichè rocce; cespugli memori della sua pittura iniziale che diventano simbolo di precario-paesaggio o incidenti che si stemperano nella luce per dire molto altro. Un discorso aperto che tale rimane perchè Hubert è mancato per qualche fibra di amianto respirata sia in gioventù che nella ricostruzione del Friuli dopo il Terremoto; ma ci ha lasciato tutto questo BENE-STARE.

Grazie Hubert.

Maria Luigia Vigant

HUBERT REVELANT

"UN AMICO, UN NOSTRO AMICO"

Ricordo del Presidente di arT100

Ad un anno dalla sua prematura scomparsa, a nome dell’Associazione, ho il privilegio di presentare il catalogo dell’opera di Hubert Revelant, un mio amico, un nostro amico.

Nel momento in cui ci si accinge a presentare l’opera di un artista, risulta sempre difficile decidere se parlare prima dell’uomo o delle sue opere. Accade così anche per Hubert.
E’ impensabile parlare di un’opera senza rapportarla al suo autore, senza inserirla nel contesto in cui egli è vissuto, con i tratti caratteristici della sua vita, del suo carattere, del suo pensiero.
Hubert Revelant era certamente una persona generosa ed altruista; poteva anche apparire mite e modesto, tuttavia questa sua mitezza era forse timidezza, silenziosa curiosità verso il mondo e la natura degli uomini.
Nel contempo appariva saggio e allo stesso modo ingenuo, come un uomo che abbia conosciuto le cose del mondo e che ne trova sempre di nuove che lo stupiscono e lo affascinano.
La sua opera non può che rispecchiare il suo carattere.
Chi l’ha conosciuto riconosce nei suoi quadri, nei colori, nelle sfumature, lo spirito di Hubert, la sua completa immersione nella natura, la sua fusione rispettosa con essa; nessun dettaglio pedante ma immedesimazione filtrata da sensazioni, emozioni, pensieri. Un rispetto mistico quasi religioso come se egli si rivolgesse al torrente come ad un fratello o alla  montagna come ad una sorella.
Ora che Hubert non c’è più, rimane forte la sua impronta, ciò che sentiva e ciò che coglieva e che magicamente ci ha trasmesso: una raccolta di poesie sulla natura.

Tarcento, novembre 2007

Il Presidente di arT100

Alessandro Del Medico